Cardiomiopatia Ipertrofica Nel Gatto

cardiomiopatia ipertrofica nel gatto

Cardiomiopatia Ipertrofica Nel Gatto – Il gatto è un ottimo animale da compagnia, buffo e giocherellone. Ogni giorno trascorso con un gatto diventa speciale, proprio perché insieme possiamo giocare, divertirci e prenderci cura di lui. Può capitare che il nostro amico, però, venga colpito da malattie piuttosto rilevanti, per tal motivo dobbiamo sempre prenderci cura della sua salute.

Oggi trattiamo la cardiomiopatia ipertrofica nel gatto, una malattia dell’apparato circolatorio che colpisce in maniera piuttosto grave Micio. Andiamo a capire quali sono i sintomi e la miglior terapia da adottare in questo caso.

La cardiomiopatia ipertrofica è una delle malattie più frequenti nel fatto, che può dipendere anche da un fattore ereditario. Questa patologia provoca un ingrossamento della massa miocardica del ventricolo sinistro, mentre il volume della camera cardiaca si riduce insieme al sangue pompato.

Di conseguenza, questo disturbo piuttosto severo nel gatto, causa problemi al sistema circolatorio, in quanto il cuore non riesce a pompare più bene il sangue. Questa malattia può colpire i gatti di qualsiasi età, anche se vengono colpiti maggiormente quelli più in avanti con l’età.

Una delle complicanze più frequenti nel gatto affetto da cardiomiopatia ipertrofica, è il tromboembolismo, ossia la conseguenza peggiore di una cattiva circolazione. A causa del tromboembolismo, il sangue viene ostacolato dai coaguli, per questo motivo non scorre più correttamente. Dunque, possiamo ben capire che si tratta di un problema piuttosto serio, che se non trattato tempestivamente può provocare la paralisi degli arti.

Un gatto affetto da questo disturbo, quindi, potrebbe presentare anche più di un episodio di tromboembolismo durante l’arco della sua vita, in quanto si tratta di una problematiche che sottopone a maggiore stress il cuore e l’intero sistema cardiovascolare.

Sintomi della Cardiomiopatia

Come ogni altra malattia nei gatti, anche la cardiomiopatia ipertrofica presenta dei sintomi ben specifici, persino se a volte può trattarsi di un disturbo asintomatico. Tra i vari sintomi della patologia vediamo:

  • apatia seguita da depressione;
  • inattività con difficoltà respiratorie;
  • inappetenza, il gatto tende a rifiutare il cibo.

Per quanto riguarda, invece, il tromboembolismo, i sintomi sono diversi e possiamo riconoscerli facilmente:

  • paralisi rigida;
  • flaccidità degli arti;
  • morte.

Il sintomo più comune nei felini che sono affetti da questa patologia, riguarda proprio la respirazione, che diventa dispnoica e spesso accompagnata da nausea e conseguente vomito. Il primo stadio della malattia, infatti, i sintomi sono difficilmente riconoscibili, perché all’inizio il gatto soffre soltanto di una maggiore apatia e una maggiore difficoltà a respirare.

Diagnosi Cardiomiopatia Gatto

Dunque, in base allo stadio della malattia, il gatto può avere e mostrare determinati sintomi. Se la patologia viene individuata prima che vi sia lo sviluppo di complicazioni, si prevede una prognosi positiva.

Per prima cosa, dunque, è necessario diagnosticare la patologia, e in seguito valutare bene tutti gli interventi a cui si deve sottoporre il gatto per evitare complicazioni più gravi. Nel caso in cui il micio appaia più apatico del solito, ma non presenti altri sintomi, è necessario eseguire degli esami più approfonditi.

Uno degli esami migliori per diagnosticare la cardiomiopatia ipertrofica nel gatto, dunque, è l’ecocardiografia toracica.

L’ecocardiografia è l’unico metodo per capire se il problema è effettivo o meno, inoltre, non presenta un costo esagerato e non è assolutamente invasiva per il micio. Grazie a questa ecografia, infatti, abbiamo la possibilità di vedere bene il cuore del gatto, e soprattutto le pareti del muscolo cardiaco, per capire se ci sono ispessimenti sospetti o se il cuore è sano.

Un altro esame per capire se il nostro gatto è affetto da questa patologia, è il test HCM, che va a valutare la presenza del gene della cardiomiopatia ipertrofica felina. Nel caso in cui il micio non fosse geneticamente predisposto a questa malattia per cause differenti da quelle genetiche, dunque, la malattia non viene individuata.

Terapia Cardiomiopatia del Gatto

Naturalmente, la cura da effettuare dipende soltanto dallo stato clinico del gatto, dalla sua età e da altri fattori più o meno rilevanti. Tuttavia, questa patologia non presenta una cura, quindi, il gatto deve convivere per sempre con questa malattia.

Solo il medico veterinario è l’unico a dirci come dobbiamo agire in questo caso. Solitamente questa patologia viene trattata con dei farmaci specifici, quali:

  • betabloccanti, in grado di ridurre la frequenza cardiaca nel caso di battito cardiaco troppo veloce;
  • diuretico, riduce il liquido che si forma nei polmoni;
  • aspirina, riduce il rischio di tromboembolismo;
  • ACE-inibitori, riducono il carico del cuore;
  • calcio-antagonisti, rilassano il muscolo cardiaco.

Quanto all’alimentazione del gatto, non bisogna modificarla assolutamente. Tuttavia, il gatto deve essere nutrito con prodotti poveri di sale, in modo da evitare la ritenzione di sodio. Ti ricordo anche che, un gatto affetto da questa malattia, deve assolutamente vivere in un ambiente tranquillo.

Dunque, il gatto deve stare lontano da ogni fonte di stress, in quanto lo stress gli aumenterebbe la pressione, aumentando di conseguenza i rischi relativi al tromboemobilismo. Inoltre, la sua patologia deve essere trattata con farmaci relativi allo scompenso cardiaco, con i quali è possibile curare gli edemi e la ritenzione idrica.

In ogni caso, però, la situazione è molto più complessa rispetto a quello che abbiamo scritto, tuttavia, il veterinario è l’unico medico a poter diagnosticare lo stadio di malattia e la terapia da adottare. Dunque, ti sconsigliamo di intervenire con il fai da te, con rimedi naturali come tisane, omeopatia e medicine alternative, in quanto in questi casi servono soltanto medicinali per uso cardiologico.

Infine, l’aspettativa di vita del gatto, è pari a cinque anni nel caso in cui il gatto non presenti sintomi. In caso di sintomi a livello polmonare, la sua aspettativa di vita scende a tre anni e nel caso di emboli, il micio non sopravvive oltre i sei mesi.

Si tratta di una malattia molto difficile da trattare perché, i medicinali che si somministrano al micio non vanno a curare il problema, ma solo ad alleviare i sintomi. Infatti, con questi farmaci è possibile impedire alla malattia di avanzare.

Purtroppo, per una patologia del genere, nessun tipo di farmaco è adatto per la guarigione, nemmeno la chirurgia, anzi al contrario di quanto si possa pensare, la chirurgia è la tecnica meno indicata perché potrebbe addirittura arrestare il battito cardiaco e provocare la morte nell’animale.

Non esistono prevenzioni particolari per evitare che il gatto si ammali di cardiomiopatia ipertrofica, in quanto parliamo di genetica, dunque il test dell’HCM è utile solo nel caso in cui vi siano dei sospetti.

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