Avvelenamento da Mercurio nel Gatto: Cause, Sintomi e Terapia
Avvelenamento da mercurio nel gatto: cause, sintomi e terapia – L’avvelenamento da mercurio nel gatto è una patologia silente, spesso asintomatica all’inizio, che può aggravarsi anche nell’arco di anni e manifestarsi solo quando uno o più organi sono stati compromessi.
Fortunatamente è una condizione che si può prevenire, se la si conosce.
Gatto Avvelenato da Mercurio
Avvelenamento da Mercurio nel Gatto: Cosa Vuol Dire?
Per “avvelenamento da mercurio” non s’intende, in veterinaria, un evento acuto che dà sintomi al momento.
È più corretto dire che si tratta di una condizione, spesso provocata da scorrette abitudini, in cui il mercurio, giorno dopo giorno, si accumula nell’organismo e non riesce ad essere fisiologicamente espulso attraverso il lavoro dei reni e, quindi, l’urina.
Questo accade quando l’ingestione di mercurio è troppo alta per poter essere metabolizzata e filtrata adeguatamente.
La stessa cosa può accadere con altri metalli pesanti.
Il mercurio, però, è la situazione più comune e meno rara.
Come si Accumula il Mercurio nei Gatti
Cibi Contenenti Mercurio
Il mercurio è presente in molti cibi e in molti contenitori di cibi.
Ad esempio, chi sceglie le classiche scatolette per l’alimentazione del proprio gatto, deve sapere che i contenitori sono ricchi di metalli pesanti, incluso il mercurio.
Lo stesso cibo industriale, soprattutto quello aromatizzato al pesce, o che contiene pesce, crostacei e molluschi, a seguito dei trattamenti conservanti trattiene più mercurio e metalli rispetto a quello fresco.
Un gatto che, per anni, viene alimentato esclusivamente con scatolette metalliche e cibo a base di pesce e crostacei, è più a rischio di sviluppare, nel tempo, un avvelenamento da mercurio.
Prevenire l’Avvelenamento da Mercurio nei Gatti
Si può Prevenire l’Avvelenamento da Mercurio?
L’accumulo di mercurio nell’organismo è una patologia prevenibile, adottando uno stile di vita attento ed evitando alcuni comportamenti.
Ecco qualche suggerimento, che fa scendere di molto la percentuale di probabilità che il proprio gatto accumuli mercurio.
Come evitare che il nostro gatto si avveleni con il mercurio:
- La scelta migliore è adottare un’alimentazione casalinga a base di alimenti freschi: pollo scottato, disossato, pesce fresco al vapore, macinato di carne bollito o cucinato sulla piastra, il tutto senza sale e condito solo con un goccio d’olio.
- Se si desidera, comunque, nutrire il proprio gatto con cibo industriale, meglio optare per il cibo secco: si consiglia di scegliere un prodotto di buona qualità, che abbia come primo ingrediente la carne e che sia grain free.
Anche le granaglie, infatti, tendono a sviluppare mercurio a seguito dei trattamenti di conservazione. - Evitare più possibile il cibo industriale che contiene pesce.
- Evitare il cibo umido confezionato in scatolette metalliche: prediligere quelli in bustina.
- Nel caso di alimentazione casalinga prediligere, come fonte proteica, la carne, che è il cibo naturale dei felini. Se al proprio gatto piace molto il pesce, non c’è nessun motivo per non concederglielo una o due volte la settimana. È preferibile, però, evitare che diventi la sua unica fonte proteica o, comunque, la maggioritaria.
- Se l’acqua del rubinetto di casa ha un sapore metallico, sgradevole, e si è usi acquistare quella in bottiglia proprio per questo motivo, è meglio offrire quella confezionata anche al gatto.
Sintomi Avvelenamento da Mercurio
Quali Sono i Sintomi di un Avvelenamento da Mercurio nel Gatto?
I sintomi dell’avvelenamento da mercurio insorgono, generalmente, dopo anni.
La quasi totalità dei gatti a cui viene diagnosticato un eccesso di mercurio nell’organismo, infatti, è in età adulta o matura.
Difficilmente si notano sintomi specifici dell’avvelenamento da mercurio ma, generalmente, ci si accorge della situazione curando un’altra patologia secondaria, che è la conseguenza dell’avvelenamento.
Ecco alcuni esempi di patologie che possono insorgere a causa di un avvelenamento da mercurio:
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Infezioni urinarie ricorrenti: i metalli pesanti stratificano nel rene, formando veri e propri sassolini, detti calcoli.
Quando i calcoli sono molto piccoli, non si vedono neanche all’esame ecografico, ma iniziano a manifestare i primi sintomi attraverso ricorrenti infezioni urinarie, tipo la cistite.
Ogni evento è sempre più intenso, lungo e grave del precedente.
L’infezione urinaria si riconosce perché il gatto urina poco e spesso, l’urina è scura e maleodorante, a volte con sangue vivo. - Calcoli renali: quando l’accumulo è importante il calcolo si ingrossa e può compromettere la funzionalità del rene.
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Insufficienza renale: è l’evoluzione dei disturbi di cui sopra. Il rene smette di funzionare correttamente.
Il gatto inizia a bere in modo smisurato e ad urinare frequentemente, spesso con stimoli così forti da non riuscire ad arrivare alla lettiera. -
FORL: è una patologia delle gengive.
Nel solco gengivale prolificano dei batteri, che portano alla caduta precoce dei denti. -
Disturbi della tiroide: mercurio e metabolismo dello iodio sono collegati.
I gatti con molto mercurio residuo nell’organismo possono sviluppare ipo o ipertiroidismo
Diagnosi e Cura per l’Avvelenamento da Mercurio
Esami Da Fare in Caso di Possibile Avvelenamento da Mercurio
L’accumulo di mercurio nel gatto si verifica facendo un mineralogramma, cioè un analisi particolare del pelo.
Se si accerta che il gatto ha molto mercurio in circolo, si può comprendere la causa della patologia conseguenziale.
In questo caso, s’instaura una terapia volta a curare la conseguenza e, contestualmente, si modificano le abitudini di vita per evitare di continuare a introdurre mercurio nell’organismo del gatto.
In ogni caso è necessario affidarsi a un esperto veterinario.
Avvelenamento Vero e Proprio da Mercurio
L’evento acuto, ossia l’inalazione di fumi di mercurio o l’ingestione di grosse quantità di metallo puro, è davvero molto raro.
Purtroppo, nel malaugurato caso, la prognosi è infausta.
Un avvelenamento massiccio da mercurio, ingerito o inalato, provoca un danno molto grave a livello neurologico in pochissimo tempo e un distress respiratorio difficilmente reversibile.
La terapia di pronto soccorso consiste nella somministrazione di carbone attivo e di idratazione endovena ma le possibilità di sopravvivenza sono piuttosto limitate.
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